Sophie Scholl: la Rosa Bianca, eroismo e resistenza al nazismo

di Marco Cavara 22 Maggio 2024

… Gioia, un’alta, altissima gioia del cuore a colui che contro gli dei e i comandanti orgogliosi di questa terra sempre oppone la sua persona inesorabile.

(H.Melville, Moby Dick)
Sophie, con un atto di giovanile baldanza, decise di gettare da una balconata prospiciente l'atrio dell' Università di Monaco, una manciata di volantini proprio all' ora di uscita dalle lezioni ma venne vista da un bidello, bloccata e consegnata alla Gestapo.

Dopo un processo farsa lei e il fratello vennero dichiarati colpevoli di alto tradimento e giustiziati mediante decapitazione. Il coraggio, la incrollabile determinazione e la serena compostezza con cui Sophie Scholl affrontò, a soli 22 anni, il patibolo commosse i suoi aguzzini e perfino il boia disse che non aveva visto mai nessuno morire con tanta forza d' animo.

Qui si chiude la mera narrazione dei fatti: uno sparuto gruppo di giovani ribelli stritolati dalle ganasce smisurate di un mostro immane.

Ma proprio qui, in questa storia di eroismo, si rivela la straordinaria potenza di un tale atto conferendo a quella minuta ragazzina e ai suoi compagni una grandezza capace di annichilire i loro aguzzini con un luminoso rovesciamento prospettico.

Il mistero di un così tenace coraggio, non di un conato istintivo, generoso ma istantaneo bensì di una lunga e ponderata azione condotta nella più assoluta consapevolezza dei rischio mortale che essa comportava, mi riempie di stupore e di ammirazione.

Il funzionario della Gestapo, incaricato di estorcerle una confessione che scaricando la responsabilità sul fratello le avrebbe risparmiato il patibolo, di fronte alla sua fiera resistenza le chiese:”… non si sente colpevole di aver diffuso e aiutato la Resistenza, mentre i nostri soldati combattevano a Stalingrado? Non prova dispiacere per questo?” E lei rispose “ No, al contrario! Credo di aver fatto la miglior cosa per il mio popolo e per tutti gli uomini. Non mi pento di nulla e mi assumo la pena!”.

Aveva solo 22 anni e sacrificava serenamente la sua vita e il suo futuro per testimoniare la sua fede nei valori di pace e fratellanza universale di fronte a quel male assoluto sotto il quale non avrebbe potuto vivere. Ora, su una collina, lungo le sponde del Danubio, nei pressi di Ratisbona sorge un tempio neoclassico voluto da Ludovico I di Baviera: è il Walhalla, creazione architettonica ispirata all’enorme aula nella quale, secondo la mitologia norrena, le anime degli eroi germanici morti in battaglia venivano condotte nella gloria al cospetto di Odino.

L’ edificio fu concepito per ospitare le statue marmoree dei grandi eroi e delle figure memorabili della storia germanica e ora lì, tra Beethoven e Wagner, tra Kant e Schiller si trova Sophie Scholl, piccola e minuta, il busto della quale può stare senza arrossire tra quei grandi spiriti nel nome dei quali ha con gioia donato la sua giovane vita.

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